giovedì 29 maggio 2008

RESERVATION ROAD


Reservation road

USA 2007

REGIA

Terry George

INTERPRETI

Joaquin Phoenix, Mark Ruffalo, Jennifer Connelly

SCENEGGIATURA

Terry George, John Burnham Schwartz


Ethan Learner (Joaquin Phoenix) è un professore di una piccola comunità americana. Felicemente sposato con Grace (Jennifer Connelly) e con due figli a carico cambia prospettiva di vita quando Dwight (Mark Ruffalo), un avvocato, investe suo figlio uccidendolo sulla Reservation Road per poi scappare impaurito dalle conseguenze. Film drammatico, forse troppo, questo Reservation Road, seconda opera di Terry George dopo il successo mondiale di Hotel Rwanda. La trama richiama immediatamente al cinema di Iñárritu di cui però Reservation Road a poco a cui spartire, tranne un certo gusto nell’ unire i personaggi a forza. Invece il film di George assomiglia particolarmente al cinema di Todd Field specialmente per il modo di farci entrare con occhio delle telecamera nel nucleo familiare: facendoci assaporare con metodo quasi scientifico il dramma di madri, padri e figli. Ma George non è Field e il suo film rimane in superficie. Certo non gli si chiede di avere la stessa potenza narrativa di “In the bedroom” ma provare a tirare fuori qualcosa che esuli dall’elementare connubio di “Tragedia-Dolore” non era una richiesta così grande. La storia non è in fondo credibile nel suo svolgimento e i personaggi più che veri simboli delle debolezze umane sono per lo più delle figurine con la lacrima pronta. Neanche quella sottotrama di clone del “Giustiziere della notte”, che lo poteva rendere speciale, riesce ad completarsi, in quanto il regista non ha coraggio di affondare. Insomma dire che il film è deboluccio pare quasi un complimento per un lacrima movie che non emoziona, non fa pensare ma soprattutto non riesce neanche ad completarsi nell’inspiegabile finale (la spiegazione c’è invece, ma la spartizione di dolore per il sottoscritto non è materiale da analizzare, e in fondo è troppo facile finirla così). C’è però qualcosa di “buono” in questo Reservation road: una critica a tutte le associazione per la difesa dei diritti civili (in questo caso contro i pirati della strada) rei di allontanare dalla realtà familiare le stesse vittime. Non so se è giusto criticarle, ma per lo meno nel film c’è qualcosa che non richiama direttamente ad altre pellicole. Il resto purtroppo è la solita solfa privata di emozioni. Difficile pure parlare del cast; fanno tutti il loro lavoro, ma emergere da tanto piattume era difficile. Evitabile

di Daniele Pellegrini

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