sabato 3 maggio 2008

L'ULTIMA MISSIONE


MR 73

FRANCIA 2008

REGIA

Olivier Marchal

INTERPRETI

Daniel Auteuil, Olivia Bonamy e Catherine Marchal

SCENEGGIATURA

Olivier Marchal

C’è chi data il ritorno in grande stile del Polar Francese con l’esplosione mondiale del fenomeno Marchal. Prima ci fu Gangsters: intrecciatissimo noir dove già si vedeva l’interesse per una metodica costruzione dei personaggi da parte di Marchal. Poi venne il successo mondiale di 36: l’eleganza che va a braccetto con la narrazione, per un film praticamente perfetto. In tutti i due film si intuiva già una un sfiducia da parte del regista verso la polizia, soprattutto per quando cerne i metodi fallibili del corpo di stato, fattore che esplode in questo Mr 73. Marchal ripropone di nuovo i temi a lui cari e li esalta fino ad arrivare ad un più che esaustivo dramma dentro un thriller molto accademico . C’è il protagonista, investigatore cinico annientato dalla tragedia, che ha voltato le spalle alla vita (e non Dio a lui, per quanto lui vorrà convincersi di questo), per via di un incidente che gli ha strappato la moglie e la figlia; viene affiancato da Justine, che aveva assistito all’uccisione dei propri genitori e che adesso deve affrontare l’uscita di prigione del colpevole. Marchal mette in scena su un Buddy profanatore delle regole, dove il confronto tra i due sarà più cattivo che spettacolare, in linea con la sua visione della polizia. Insomma siamo sull’esistenzialismo con un thriller di sfondo, dove i personaggi più che chiedersi “perché”, si chiedono se ne vale la pena. Però tutto non sembra funzionare. L’eleganza diventa auto-compiacimento del regista e per molti parti il film sembra che giri a vuoto e volendo dirla tutta la tragedia in fondo non colpisce come dovrebbe. Per lo più il film è pervaso da un irrazionalità fumettistica, che lo rende poco credibile e illusorio. Dove il film funziona invece, è quando Marchal si dimentica della sua autorialità ed è costretto per esigenze di genere ad raccontarci l’evolversi del thriller, cosa che fa più rimpiangere che piacere per colpa del baraccone costruitoci sopra. Detto questo il film non è brutto, nè tantomeno un fallimento. Marchal continua a girare bene ed a dimostrare che i calci in faccia noi ce li meritiamo. Leviamoci però il gusto di essere pop-nichilisti e cominciamo ad interessarci veramente alle storie. Inutile dire che Daniel Auteuil comunque è un mostro di bravura: ci saranno si è no 10 attori in giro per il mondo che hanno lo stesso carisma. Menzione per la dolce e brava Olivia Bonamy, che in carriera non era mai stata un attrice da primo piano, ma qui risulta la più convincente, almeno per quello che mostra: l’unico personaggio vero di un film caricato a mille.

di Daniele Pellegrini

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