mercoledì 16 aprile 2008

UN BACIO ROMANTICO


My Blueberry Nights

Hong Kong / China / France 2007

REGIA

Kar Wai Wong

INTERPRETI

Jude Law, Norah Jones, David Strathairn e Rachel Weisz

SCENEGGIATURA

Kar Wai Wong e Lawrence Block


“Un bacio romantico” (pessimo titolo italiano per “My blueberry night”) è un film di Wong Kar Wai. Lo si desume dai dialoghi, dalla voce over, dai colori violenti quasi da fumetto, dal fatto che le persone si amano quasi senza toccarsi, dai quei rallenti velocizzati che hanno reso famoso il regista di “Angeli perduti”. Ma “Un bacio romantico” è anche un film che vuole esportare il personalissimo stile di Wong Kar Wai in Occidente e non ha il coraggio di osare come forse aveva fatto il deludente “2046”. La storia è sempre la stessa e il senso di deja vu è alto quando in un altro luogo viene riproposta con le dovute varianti la seconda storia di “Hong Kong express”. Solo che non ci sono attori cinesi, ma i ben più fruibili Jude Law e Norah Jones, ma il regista è abile nel farci interessare alla vicenda grazie ai suoi famosi dialoghi interiori e al suo occhio cinematografico mai banale. Così i primi 50 minuti fuggono veloci, ogni fan del regista sarà esaltato nella visione di una storia orchestrata come i capolavori passati con tocchi alla Paul Auster nella sceneggiatura, ma poi succede il disastro. Si perché “Il Bacio romantico” diventa con l’incontro di una Nathalie Portman ossessionata dal gioco un videoclip dilatato, un inno superficiale all’estetica delle belle immagini, quasi un porno di Michael Ninn senza sesso. Ecco che la storia perde interesse e ci dimentichiamo presto di una Maggie Cheung dalle fattezze di Raquel Weltz o di un altro poliziotto innamorato del nulla come tanti protagonisti wongkarwaiani. Il film diventa di un tedio mortale, irritante, snob, un vuoto a rendere, un tentativo anche patetico di celebrare una poetica interessante con una certa stanchezza di idee. Peccato davvero perché il cast (Portman esclusa) è perfetto e si sono lette tante critiche cattive e insensate al film. Noi gli diamo comunque tre proiettili perché è un film che sa regalare emozioni e regala una delle opere ibridi più interessanti del periodo, ma è certo che da Wong Kar Wai ci si aspetta un film non un compitino discreto e noiosetto. Il dubbio però che se fosse stato interpretato da Tony Leng e Faye non avrebbe avuto tante critiche negative, anzi, è altissimo. Razzismo al contrario?

di Andrea Lanza

NON PENSARCI


Non Pensarci

Italia 2008

REGIA

Gianni Zanasi

INTERPRETI

Valerio Mastandrea, Anita Caprioli e Giuseppe Battiston

SCENEGGIATURA

Gianni Zanasi e Michele Pellegrini

Stefano Cardini (Valerio Mastandrea) trasferitosi a Roma con il grande sogni di sfondare nella musica ma finito come chitarrista di un piccolo gruppo punk, ritorna a casa in Emilia dalla sua famiglia. Ad attenderlo ci sono i due genitori, la sorella, che ha abbandonato gli studi e lavora al parco acquatico, e suo fratello titolare della ditta famigliare, ormai fallita, di ciliegie sciroppate. Il titolo Non pensarci si riferisce al monito fatto ai protagonisti ai quali si chiede di “non pensare ai problemi in quanto con il tempo le cose si sistemano da sole”. Teoria utopistica o quantomeno superficiale che affossa un film che, caso più unico che raro in Italia, è scritto bene e recitato ottimamente. Gianni Zanasi non è un fenomeno, neanche possiede guizzi stilistici notevoli, ma è bravo e furbo. Sa benissimo che per raccontare le nevrosi italiani non c’è bisogno di chissà quale thrillerone dell’anima (cit.). La leggerezza è l’unico strumento conoscitivo umano. Appesantire il film è come servire caffè e peperoni a colazione; inutile dire che rimaranno sullo stomaco. Se si usa questo teorema (alla fine è lo stesso di Tutti giù per terra e Velocità massima noti per essere due dei miglior film italiani in questo grigio periodo) difficilmente si sbaglia film. Anche se poi moralmente non è il massimo e la storia non ha mirabolanti sviluppi; il film farà comunque ridere. Milioni di persone con un sorriso stampato sulla faccia inconsci nel sapere che in fondo il significato di Non Pensarci non è molto diverso da Ozpetek o chi per lui. Se poi hanno ragione, se i “tic” italiani esistono sul serio, se c’è veramente una classe in alto in grado di giudicarci non è dato sapere. La fiducia/sfiducia nel popolo non è motivo di dibattito. Meglio ridere, va!

di Daniele Pellegrini

lunedì 7 aprile 2008

OXFORD MURDERS - TEOREMA DI UN DELITTO


Oxford Murders

Spagna/Francia 2008

REGIA

Alex De La Iglesia

INTERPRETI

Elijah Wood, John Hurt, Leonor Waitling, Julie Cox

SCENEGGIATURA

Alex De La Iglesia,Jorge Guerricaechevarria,Guillermo Martínez

Chi non è avvezzo al cinema di De la Iglesia potrebe pensare, guardando Oxford Murders, che il regista è un pazzo megalomane. Chi conosce bene la sua produzione ne ha la certezza. Oxford Murders ha due primati per Alex De La Iglesia, legati fra di loro. Se si esclude Perdita Durango, che più che un film è una esperienza ultraterrena,questo è il primo lavoro a respiro commercialmente internazionale (produzione mista, attori internazionali,location britanniche) ed il primo film decisamente brutto della sua carriera. O almeno brutto se teniamo conto dell'estro grottescho che si respirava nelle sue opere precedenti, anche nelle più tiepide come 800 Balas, dove l'ironia ed il cinismo facevano del morbido regista iberico uno dei più liberi d'Europa. Il film persegue la voglia di classicismo del regista, che negli ultimi film aveva prediletto una struttura retrò ispirandosi al vecchio giallo. Quello che rendeva questi film definitivamente riconducibili all'impronta di De La Iglesia era la loro anima irriverente e delirante. Questo scade nell'ultimo lavoro, inglese fin nell'animo, una sorta di Cluedo classico in cui i personaggi si muovono in maniera intricata per risolvere una questione. Molto probabile che si tratti di una marchetta del regista, per avere anch'egli le porte aperte verso Hollywood. Non che manchino le idee interessanti nel film ma quello di cui si sente la mancanza è proprio la personalità e un orologio del genere spegne troppo facilmente gli entusiasmi.

di Gianluigi Perrone

giovedì 3 aprile 2008

GONE ,BABY,GONE


Gone,Baby,Gone

USA 2008

REGIA

Ben Affleck

INTERPRETI

Casey Affleck,Amy Ryan, Michelle Monhagan, Ed Harris e Morgan Freeman

SCENEGGIATURA

Ben Affleck,Aaron Stockard

E' il film del "chi l'avrebbe mai detto". E allora lo diciamo noi. Nonostante tutte le battute sulle doti di Ben Affleck come attore, bisogna ammettere che il ragazzo ha altre doti notevoli, come produttore (Feast è opera sua) ed anche come regista a quanto pare. La squadra che orchestra in Gone, Baby,Gone ha veramente fatto centro, senza colpo ferire. Questo perchè il suo primo corto, I Killed My Lesbian Wife, Hung Her on a Meat Hook, and Now I Have a Three-Picture Deal at Disney, era una genialata ma immatura, così come gli altri due film che ha diretto e che non vedremo mai. Oggi Ben sa ponderare le scelte e quella di Gone,Baby,Gone è veramente azzeccata. Siamo dalle parti del dramma neo-noir, di quelli che piacerebbero a Clint Eastwood o a Sean Penn,non per nulla lo scrittore è lo stesso di Mystic River. la storia di una ragazzina scomparsa e del giovane detective che la cerca insieme alla forza di polizia. La casa buia di Dennis Lehane, è un romanzo lineare, dove gli elementi sono tutti a suo posto, questa storia infatti non è esente da momenti di deja vu ma se si ha la pazienza di guardare il quadro completo ci si trova davanti ad un'opera morale che può avere del controverso. E' un cammino narrativo apparentemente incerto, quasi a scatti,quello di Gone,Baby,Gone, che alterna momenti di tensione a riflessioni umane. Questo film parla di come ci siano cose che a volte vanno fatte, andando contro l'etica, il pensiero comune. E' un viaggio a ritroso nella morale, che porta ad essere talmente progressisti da poter capire di scegliere la strada meno progressista. Rendersi conto che a volte la soluzione giusta è proprio quella sbagliata. Perchè è un mondo sbagliato. Grande prova di attori, su tutti conferma il proprio talento Casey Affleck ma ci sono anche Amy Ryan, Michelle Monhagan, Ed Harris e Morgan Freeman. Vi consigliamo di scoprire perchè il film non è uscito in Inghilterra solo dopo averlo visto.

di Gianluigi Perrone