3:10 To Yuma
UK 2007
REGIA
James Mangold
INTERPRETI
Christian Bale, Ben Foster, Russell Crowe, Alan Tudyk, Vinessa Shaw, Peter Fonda, Gretchen Mol, Kevin Durand
SCENEGGIATURA
Halsted Welles, Michael Brandt, Derek Haas
UK 2007
REGIA
James Mangold
INTERPRETI
Christian Bale, Ben Foster, Russell Crowe, Alan Tudyk, Vinessa Shaw, Peter Fonda, Gretchen Mol, Kevin Durand
SCENEGGIATURA
Halsted Welles, Michael Brandt, Derek Haas
Più che un remake, questo di James Mangold è una rivisitazione blockbuster del racconto di Elmore Leonard che dopotutto era l'elemento più forte del film. Mangold non è incapace, i problemi dei suoi film sono semplicemente una mentalità che dà più peso ad elementi che tendono a annacquare un vino che altrimenti può inebriare. Vedasi l'impronunciabile biopic su Johnny Cash. In 3:10 To Yuma in fin dei conti ci sono elementi positivi ed altri negativi. Non era difficile dare forza alla esperienza di convivenza forzata tra il feroce bandito Ben Wade ed l'umile contadino Dan Evans quando hai come interpreti Russell Crowe e Christian Bale. Ed infatti i due personaggi giganteggiano,le frasi rimbombano nelle loro bocche e rapiscono troppo la scena per biasimare le inspiegabili lungaggini che vessano sul corpo centrale del film. In effetti il film è assurdamente lungo e non tiene conto della suspance che teneva l'originale, trasformando il film in una epica storia d'onore tra due personaggi fortissimi. Eppure quello che era sulla carta era altro. E infatti è nel finale(cambiato per l'occasione) che il film prende quota e ritmo,complice una ritmo tamburellante ed una regia nerboruta. Mangold ha fatto quello che spesso tentano di fare i registi che oggi(raramente) tentano di riportare in auge il western: guardano un sacco di vecchi film del genere trovando maggiormente interessanti gli spaghetti western e quindi ne aggiungono gli elementi nel film. Se il film originale era uno western di regia grossomodo classica con qualche elemento differente dal solito, il suo remake è un western sensazionalista e fracassone che prende regia e molte trovate dalla tradizione italiana. Il film alla fine funziona perchè gli elementi sono professionali, attori di personalità (compreso un Ben Foster in stato di grazia)e dopotutto rispetto per il modello originale.
di Gianluigi Perrone
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