mercoledì 21 novembre 2007

LA LEGGENDA DI BEOWULF


Beowulf

USA 2007

REGIA

Robert Zemeckis

INTERPRETI

Ray Winstone, Brendan Gleeson, Angelina Jolie, Anthony Hopkins, Robin Wright Penn, Crispin Glover e Alison Lohman

SCENEGGIATURA

Neil Gaiman e Roger Avary

Accidenti a Zemeckis e alle sue idiozie. E dato che ci sono accidenti anche alla Motion capture, all’ IMAX 3D e a tutte le altre stronzate. Il senso è zero. Beowulf è un buffo cartoon plasticoso fatto con gli scarti di produzione di Shrek. Eppure Zemeckis era un grande innovatore, uno che vent’anni fa aveva fatto il grande salto verso la tecnologia di interazione tra personaggi veri e animati. Insomma non è l’ultimo arrivato che si ciba di tecnologia per evitare carenze tecniche. Quindi immagino che The Polar Express non bastasse come esempio e si doveva ripetere l’errore. La tecnologia si sarà evoluta dall’epoca? Purtroppo non è cambiato molto. Stiamo ancora qui a commentare gli stessi errori; scarsa impressionabilità, movenze irreali, distacco visivo tra i protagonisti e le controfigure e quant’altro. La logica e un pochino di moralità vieterebbero di chiamare a recitare uno come Anthony Hopkins e trasformarlo in un pupazzone: specialmente per uno che ha basato tutto il suo lavoro sulla presenza scenica. Quindi preso atto che la tecnica non funziona o perlomeno è ancora troppo primordiale per impressionare davvero, sorge una domanda; ma era necessario utilizzare questa tecnologia per raccontare Beowulf? Sicuramente non era necessario. Di sicuro un poema come Beowulf non necessitava di un trattamento del genere, al massimo poteva renderlo più accattivante (perché è bene ricordarlo: il poema di Beowulf è una palla mostruosa) alle nuove generazioni che magari in un contesto più classico avrebbero evitato di andare a vedere le gesta del Re caccia mostri per eccellenza. Lo scopo è chiaro; Beowulf deve essere un prodotto di intrattenimento e il difficile lavoro di rilettura viene messo nelle mani di un duo magnifico di sceneggiatori: Gaiman e Avary. Lo scopo del loro lavoro; riuscire a racchiudere in massimo due ore di film le lunghissime gesta dell’eroe, senza però dimenticare che deve essere un film per tutta la famiglia. Il problema è che non si può avere tutto dalla vita. Ci sarebbero volute 5 ore per raccontare bene la storia; il film non dura neanche 2 ore e il risultato è una penosa narrazione didascalica che infila momenti epici (naturalmente deve essere serio) e momenti più o meno umoristici (deve pur piacere a un pubblico che ha al massimo 10 anni). Insomma un bel pastrocchio. Per fare un esempio; nella scena madre dove Beowulf combatte nudo contro Grendel, per evitare di mostrare i genitali del guerriero la regia usa trucchetti come mettere un bottiglia davanti o un spada manco fossimo in un film di Zucker. Di bello c’è la realizzazione di Grendel fatta a computer (e lì sì che serve il computer) e un bellissima Angelina Jolie (anche lì serviva il computer, perché negli ultimi tempi pure la sua bellezza, oltre che la carriera, si sta disciogliendo). Insomma in definitiva, nulla di nuovo sotto il sole. Mi viene solo da piangere al pensiero che non c’è due senza tre. BRRRR

di Daniele Pellegrini

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