Zodiac
REGIA
David Fincher
INTERPRETI
Robert Downey Jr., Anthony Edwards, Jake Gyllenhaal, Pell James, Patrick Scott Lewis, Lee Norris, Bijou Phillips
SCENEGGIATURA
James Vanderbilt
Di film che narrano le gesta del killer dello zodiaco ce ne sono sempre stati: dai capolavori (“Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo” di Don Seagal) alle aberrazioni più invereconde della cinematografia mondiale (“Zodia killer” di Ulli Lommel). Ma nessuno di questi film ha mai avuto la stessa potenza scura nel delineare il bene e il male, il confine tra chi viene ucciso realmente e chi lentamente muore nell’interessarsi alla morte. Il ritorno di David Fincher al thriller è segnato da un film all’apparenza studiato a tavolino, ma in realtà maturo e personale. “Zodiac” non è la solita pellicola sui serial killer, è una storia di un’ossessione quasi amorosa tra due detective e un assassino. Quello che a Fincher, a distanza di secoli da “Seven”, interessa non è più il facile effetto a sorpresa o il grandguignol marcato, è la ricerca del sapere, della verità, della conoscenza assoluta. Sia un delitto o Dio, sia un massacratore di coppiette o un emissario dalle fattezze di un Verbal Kane sardonico, il conoscere è l’impulso primario che muove i personaggi ad agire. In questo si può definire “Zodiac” un film intimista perché si sofferma nel privato dei suoi antieroi, lontani dall’etica machista callahiana di “Scorpio” di Don Seagal. Sul piano tecnico il film è strabiliante, soprattutto nel concepire le aggressioni del maniaco in modo assolutamente antispettacolari, ponendo anche qui l’attenzione non sul killer, ma sulle sue vittime. L’impianto è documentaristico, ma sa appassionare, terrorizzare persino in un paio di scene di tensione molto ben studiate. Il film parte dal 1968 anno in cui il killer iniziò la sua carriera e si sposta di capitolo in capitolo non solo a raccontare le sue gesta, ma anche la storia americana che ne fa da cornice. Il cast è ottimo dal sempre troppo sprecato Mark Ruffalo al sottotono Jake Gyllenhaal senza dimenticare grandi “vecchi” come Brian Cox e Robert Downey Jr. Il film è stato comunque un flop tremendo in America, ma se il tempo vorrà sarà adorato negli anni. Come dimenticare l’insuccesso di “Fight club” e ora il suo stato di cult estremo? Certo che dopo schifezze inenarrabili come “Panic room” “Zodiac” arriva come un fulmine a ciel sereno. Da vedere.
di Andrea Lanza
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