mercoledì 22 agosto 2007

PATHFINDER


Pathfinder

USA/CANADA 2007

REGIA

Marcus Nispel

INTERPRETI

Karl Urban, Russell Means, Moon Bloodgood, Jay Tavare, Clancy Brown, Ralf Moeller.

SCENEGGIATURA

Laeta Kalogridis


Pathfinder è il remake assolutamente libero di un film norvegese,Ofelas (che vuol dire...pathfinder) del 1987 e che presto recensiremo visto che ha stuzzicato l'interesse dei protagonisti di questo Pathfinder e di Markus Nispel che dopo il successo del remake di Non Aprite Quella Porta, se non altro fa una scelta coraggiosa e si butta in un film ostico sin dalla carta ed assolutamente non commerciale. Sfatiamo subito questa leggenda che il film sia simile a 300. L'unica cosa che hanno in comune sono i ralenti. Per il resto la pellicola è il racconto di fantasia su supposizioni storica ancora non provate al 100%. Come è noto, 500 anni prima di Colombo ci andarono i Vichinghi in America e il film ipotizza che fecero quello che sapevano fare
meglio: massacrare, violentare, torturare ,trucidare. In una parola: la guerra.
La storia parte da una prima spedizione dal Norge in cui un bambino rimane da solo in mezzo agli indiani e questi lo tengono a crescere tra di loro.
Quindi abbiamo Ghost, il nome dato al bambino, cresciuto come un indiano ma di razza ariana. Della sua vita passata Ghost ricorda la sua lingua e la capacità di far oscillare la spada nell'aria. Quando un nuovo gruppo di "uomini drago" approda dai fiordi scandinavi per massacrare gli indiani sarà lui a condurre,a loro insaputa, i suoi consanguignei verso la morte. Se dovessimo dar retta al film sembra che gli indiani siano stati massacrati per colpa loro. E che l'unica possibilità di salvarsi fosse nelle mani di un bianco, quindi di una di una razza più strategicamente incline alla lotta. Questo non è sicuramente il film del film. Quello che vediamo è una situazione di guerra che cerca di essere quanto più vicina alla supposta realtà storica, per cui spesso il film risulta lento e privo di trama. Quando i nodi vengono al pettine si comincia a comprendere qualcosa di più e la storia avvince in qualche modo. Nispel tributa spesso Milius nelle inquadrature e sequenze di guerra ma la materia è molto meno epica e più realistica il che è sia il pregio che il limite del film. E' un film che si dimentica presto ma confido che rivisto possa rimanere a lungo nel ricordo. E' comunque una operazione che merita di essere promossa, nonostante tutti i difetti del caso.

di Gianluigi Perrone

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