martedì 21 agosto 2007

FEED


fEEd

USA 2005

REGIA

Brett Leonard

INTERPRETI

Rose Ashton, Marika Aubrey, Mary Beaufort, Yure Covich, Matthew Le Nevez, Emily Mees, Gabby Millgate

SCENEGGIATURA

Kieran Galvin


Brett Leonard è uno che ha sempre scelto sceneggiature interessanti,il suo problema è che le sviluppa sempre nella maniera sbagliata. Prendiamo il precedente Man-Thing per esempio. Per portare avanti l'uomo-vomito ci voleva almeno un po' di ironia, delle situazioni sopra le righe per supportare il soggetto. Invece nulla. Tutto il contrario di Feed che potenzialmente poteva essere un vero colpo allo stomaco se girato in maniera asettica, glabra,in qualche modo "europea" intesa alla maniera del miglior Buttgereit. Invece, un po' per esigenze finanziarie e commerciali che imponevano uno stile contenutistico e linguistico d'impatto,il tutto si è risolto in una cafonata immane. La storia parte dal Cannibale di Rotenburg, la storia del tizio che si faceva mangiare consensenzialmente, per poi prendere strade diverse. Tra le perversioni più o meno ortodosse che girano in rete c'è il fenomeno di feeders e gainers,in cui qualcuno ingozza qualcun'altro fino a farlo diventare una specie di Jabba. In questo caso abbiamo una specie di serial killer con il pallino degli affari che oltre a nutrire a morte le sue vittime ci alza un po' di quattrini con il suo sito internet che riprende tutta l'operazione con tanto di scommesse sulla morte della vittima consenziente. Con queste premesse Jeffrey Dahmer oggi sarebbe a capo della Microsoft. Un poliziotto telematico australiano si mette sulle sue tracce e lo marca stretto fino a divenirne la nemesi. Il plot è anche interessante perchè le scene di nutrizione sono veramente estreme e disgustose, Leonard non lesina sul dettaglio anzi,in questo caso letteralmente ci gode a mostra tutto questo adipe gocciolante, però il film diventa demente ogni volta che ci si sposta sulla trama che contiene alcuni stereotipi davvero inverosimili. In effetti Feed sarebbe più la storia per un corto e pare che ad allungare il brodo non sia stato nessuno dotato di particolare sagacia visto che il poliziotto protagonista si scontra inspiegabilmente con traumi e perversioni personali di cui tutti sono al corrente tranne lui. Inoltre ci sono dei personaggi messi lì a casaccio come la moglie asiatica del serial killer che prima inveisce contro il poliziotto, poi gli rivela l'ubicazione del nascondiglio del marito e...poi ritorna a ribellarsi. Effetti di una dissociazione mentale evidentemente, visto che, giusto per mettere un po' di dado nella minestra è pure una fanatica religiosa. Inspiegabile l'apparizione del padre del maniaco assassino che non vuol dire assolutamente nulla. Più di tutti però è il protagonista a suscitare una involontaria ilarità a causa delle sue scelte strategiche suicide e della sua capacità di soccombere anche da armato contro un uomo a mani nude. Tutte queste caratteristiche danno comunque al film la simpatia che può avere un piatto di pasta con tutto quello che c'è nel frigo fatto a notte fonda in preda alla fame chimica: un schifezza surreale in cui immergersi a naso tappato. Ideale per una serata adolescenziale a pizza e birra.

di Gianluigi Perrone

Nessun commento: