sabato 18 agosto 2007

CRANK


Crank

USA 2007

REGIA

Mark Neveldine e Brian Taylor

INTERPRETI

Jason Statham, Amy Smart, Jose Pablo Cantillo ,Dwight Yoakam

SCENEGGIATURA

Mark Neveldine e Brian Taylor



Chissà in quale genere si può inserire questo Crank. Da una parte può sembrare un bieco ed eccessivo tentativo di saturare un genere chiuso da delle regole come action movie, dall'altra c'è un grido di innovazione narrativa che fa salire questo Crank tra le pellicole più esagerate e interessanti dell'ultimo periodo. La trama e semplice: Chev Chelios, un killer professionista, sopre che durante il sonno è stato avvelenato da un virus che nel giro di un ora potrebbe ammazzarlo. L'unico modo per rimanere vivo e completare la sua vendetta è quello di mantenere l'adrenalina alta. Ed è proprio l'adrenalina il motore di tutto il film: Adrenalina imprime ritmo alla pellicola ed in egual misura scatena il protagonista il scene assurde quanto ironiche (da non perdere la scena di sesso con la Smart). Un caratteristica unica, ma anche un enorme handicap, perchè si ha come la sensazione che Crank non possa mai uscire dai binari prestabiliti dalla storia. Infatti se le situazione eccessive lasciano il sorriso in bocca, la trama è ancorata ad dei punti in cui gli spazi di manovra sono limitatissimi. Quindi ci si trova davanti ad un film forzato e innaturale. Poco male comunque perchè quel che conta (specialmente nelle torride notti d'estate) è entertainment, ed in Crank c'è ne in dosi massicce, e talvolta sono proprio le trovate più stupide e irreali che riescono a soprendere lo spettatore. La sorpresa vera arriva però dalle pretese registiche dei due autori: se la prima cosa che salta all'occhio e la similitudine con Speed (il corpo al posto dell'auto), assurdità di Crank è che sembra un film scritto da Ritche, girato come uno spin-off di 24 (real time, split screen e Google Earth sic.) e con la lucidità fracassona di Too Many Ways to Be No. 1 di Ka-Fai Wai. Insomma Crank è si un film costruito sulla carriera di Jason Statham (evitare paragoni con Willis, Please) ma riesce perlomeno a molestare lo spettatore con dose massicce di tutto il repertorio registico videoclipparo e quant'altro. Non insegna nulla, non provoca reazioni ma almeno diverte. Ed è già qualcosa. Ottimo il finale

di Daniele Pellegrini

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