Jaume Balagueró, Paco Plaza
INTERPRETI
Manuela Velasco, Ferran Terraza, Vicente Gil
SCENEGGIATURA
Jaume Balagueró, Paco Plaza, Luis A. Berdejo
Parlare di REC non è affatto semplice se si vuole farne un’analisi approfondita. Non perché sia pieno di sfaccettature e doppi significati nascosti chissà dove, ma perché oltre alle immagini che ci vengono propinate, collegate ad una trama iper elementare, non vi è altro.
In due righe si può riassumere il tutto: un condominio a Barcellona in cui un epidemia “zombesca” inizia ad infettare gli inquilini. Giornalisti televisivi, abitanti, pompieri e poliziotti vi si trovano bloccati per motivi di quarantena. La telecamere resta sempre accesa in modalità “rec”, appunto.
Seguendo lo stile reality che ha portato ai fasti opere minimali come Blair Witch Project, la Filmax commissiona (ci scommetterei) a Jaume Balagueró e Paco Plaza questo film tentando di battere il ferro caldo(?) di questo particolare stile inaugurato in primis dal nostrano Cannibal Holocaust firmato Ruggero Deodato.
Le spese sono ridotte a causa delle location minimali, la camera è sempre a mano e il sonoro in presa diretta. Per chi soffre il mal di mare il film è da evitare come per chi ha problemi alle coronarie, dato che Rec è un’opera terrificante, vuota fondamentalmente, come lo è per quanto riguarda l’originalità, ma che incolla alla poltroncina dall’inizio alla fine. Essendo un simil reality, noi siamo in diretta secondo il film e vediamo attraverso l’occhio della telecamera in tempo reale quindi senza regolazioni del sonoro che esplode improvvisamente saturando il canale audio. Anche le immagini spesso diventano sfocate, la videocamera cadrà anche al suolo, ma Ángela, la giovane giornalista interpretata da Manuela Velasco, non vuole rinunciare allo scoop che potrebbe renderla famosa e di fronte alla follia degli eventi in cui si trova involucrata non pensa minimamente alla qualità delle riprese, ma unicamente che il più possibile venga registrato. Se qualche omaggio evidente a Blair Wich Project non può sfuggire le sensazioni di deja vu col remake Dawn Of the Dead di Zack Snyder sono fin troppo evidenti, quasi eccessive agli occhi di un attento osservatore.
Rec non è per questo un prodotto da cestinare, anzi, mantiene quello che promette, ossia spaventare e nulla più. Il livello di tensione cresce in un’escalation di struttura simile a quella di un videogioco fino al “livello” finale..
di Davide Casale
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