mercoledì 13 febbraio 2008

LA GUERRA DI CHARLIE WILSON



Charlie Wilson's War

USA 2007

REGIA

Mike Nichols

INTERPRETI

Tom Hanks, Amy Adams, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman, Emily Blunt e Rachel Nichols

SCENEGGIATURA

Aaron Sorkin

“Siamo stati gloriosi e cambiato il mondo…e poi abbiamo mandato a farsi sfottere il finale". Questa è la frase conclusiva del film che sancisce una beffarda verità. “Noi gli abbiamo venduto le armi e addestrati; loro ci hanno buttato giù le Twin towers; ma come è possibile?” Questa invece è la domanda più ricorrente tra gli americani dal 2001”. Il perché è spiegato in questo ultimo film di Mike Nichols. La storia di Charlie Wilson, deputato Repubblicano del Texas, che negli anni ‘80 è riuscito a stanziare fondi per 1 miliardo di dollari per armare i mujahideen dell’ Afghanistan contro il nemico comune russo. Se a primo acchitto la storia sembra riportare a un certo film politico moderno (Syriana per fare un esempio) la messa in scena (che sembra più una piece teatrale) è quella di una farsa comica con un gusto sarcastico di beffeggiare il potere in qualunque parte del mondo operi. Ideologicamente parlando il film di Nichols ricorda molto lo opere di Joe Dante,tipo la seconda guerra civile americana. Il tema principale è lo stesso; l’inconsapevolezza della politica leggera e frivola di fare la storia. Qualunque piccolo gesto ha delle conseguenze grandissime nel futuro (Il battito della farfalla contemporanea). Ed è qui che il film di Nichols diventa essenziale per capire i giorni nostri. Un monumento politically correct sulla carenza di valori politici e diplomatici della nostra epoca. Il fattore storico però serve al film più da scenografia per mettere in atto battute e contro battute che risultano essere la miglior cosa del film. Gli scontri dialettici tra i vari personaggi sono egregiamente scritti e sorprendentemente recitati con un gusto squisito e ragionato ad hoc. Dialoghi costruiti ad un ritmo velocissimo che disorientano lo spettatore normale e illuminano quello che è in cerca del vero film out della stagione cinematografica (i dialoghi tra Hoffman e Hanks sono magnifici). Ma c’è poco da stupirsi: Nichols è maestro in questo. Quello che invece fa storcere il naso è la grossa quantità di dolore mostrata. Un uso bieco di gambe e braccia mozzate che non giovano allo scopo del film. Sembra che il film tenti più volte di predicare bene e razzolare male. Poche parole da spendere per la seconda parte troppo veloce e didascalica: l’impressione è che avessero fretta di finire il film anche se dura più o meno un ora e mezza. Difficile capire questa mossa. Comunque se proprio uno non riesce a farvi scomodare dalla sedia per andare a vedere questo Charlie Wilson, sappiate che vi potrete consolare con Amy Adams e i suoi capelli che dondolano come la chioma di un cavallo e delle sotto ninfette: galline ma pur sempre visioni. Menzione speciale per il ballo ultra-sexy della Emily Blunt, peccato che Nichols era più interessato a farci sentire quello che dicevano i personaggi che si scorda che della povera Blunt. Certe volte è meglio stare zitti!

di Daniele Pellegrini

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