mercoledì 20 febbraio 2008

LO SCAFANDRO E LA FARFALLA


Le scaphandre et le papillon

Francia 2007

REGIA

Julian Schnabel

INTERPRETI

Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Anne Consigny, Patrick Chesnais, Niels Arestrup, Olatz Lopez Garmendia, Jean-Pierre Cassel

SCENEGGIATURA

Jean-Dominique Bauby,Ronald Harwood

Lo Scafandro è la Farfalla è uno di quei titoli che solitamente crea curiosità nel momento in cui esce dall'anonimato o semi-anonimato dell'indipendente arriva ad essere accostato a grossi nomi dello star systen grazie a nomination e premi vinti a destra e a manca. E' naturale che qualcosa di buono deve per forza esserci. In effetti la storia del romanzo autobiografico di Jean Dominique Bauby sarebbe il classico uovo di colombo se non fosse vera. L'uomo, ex caporedattore di una delle più vendute riviste di moda francesi, colpito da un ictus cerca di sconfiggere la depressione scrivendo, o meglio dettando il libro con l'unica maniera in cui riesce a comunicare, ovvero sbattendo l'occhio sinistro. Daniel Day Lewis aveva il piede e Jean Do ha solo il suo occhio. A differenza del film di Julian Schnabel qui si cerca un punto di vista meno drammatico e più sensibilmente umano per la situazione. Naturalmente la situazione del protagonista è estremamente dura ma la forza dell'uomo è riuscire comunque, anche nella disperazione, di prendere con ironia la cosa e non abbandonarsi a se stesso. Jean Do, una persona tendenzialmentre superficiale nè più nè meno di chiunque altro, comincia veramente a capire il senso della vita e da peso alla propria esistenza. Può sembrare banale ed infatti lo è. Il film è incredibilmente ingenuo e banale ma in qualche modo molto puro, sincero, universale. Il fatto di riuscire a strappare delle risate in una situazione tendenzialmente drammatica è sicuramente un punto a favore del film, come lo è il fatto di far riflettere sul valore della vita. Schnabel dirige nell'unica maniera possibile, ovvero in soggetttiva del protagonista ed attraverso la sua immaginazione. Non è, in tutta sincerità, quel capolavoro di cui si parla ma è un film che almeno una volta nella vita va visto per ripulire la propria anima. Non è poco.

di Gianluigi Perrone

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