lunedì 3 dicembre 2007

ACROSS THE UNIVERSE


Across the Universe

USA 2007

REGIA

Julie Taymor

INTERPRETI

Evan Rachel Wood, Jim Sturgess, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin Luther

SCENEGGIATURA

Dick Clement, Ian La Frenais

All You Need Is Love. Chissà perché tutte le generazione passano come le loro mode, le rivoluzioni, la loro musica. L’unica che stenta ad appannarsi è la cosiddetta generazione dei figli dei fiori. I loro sogni sono ancora i nostri. Il sogno di Julie Taymor era quello di raccontare questa generazione con la musica degli immortali Beatles. Un musical per raccontare la storia d’amore tra Lucy e Jude (ma va’) nei faticosi 1960s. E per la prima volta si può dire che un film Taymor funziona in toto o quasi. E’ pensare che il peso era colossale. Non si può cadere nel banale quando si parla di Sixteen o Beatles: i detrattori sono troppi e le malelingue ti aspettano sempre come avvoltoi. Con furbizia e convinzione la Taymor lascia che sia la musica dei Beatles a raccontare la storia. Ogni pezzo è stato scelto con intelligenza e incanalato nel giusto stile registico diverso per ogni canzone e stato d’animo (la scena Strawberry Fields Forever è uno spettacolo per gli occhi). Il raggiungimento artistico di Across the Universe è incredibile: il capolavoro non è poi così lontano. Ma c’è un difetto, grosso come il monte Everest: i Beatles. Ma siamo sicuri che siano veramente i Beatles i veri cantori di quella generazione. Di sicuro erano e sono i più famosi, ma su questo aspetto si poteva fare meglio. Forse: i Jefferson Airplane (conigli bianchi a posto di Fragole rosse), i Doors, i The Moody Blues o addirittura i fottutissimi Guess Who (il film ne avrebbe guadagnato in tasso alcolico e donne). Ma meglio di tutti sarebbe stato un Medley di tutti i miglior pezzi anni ’60. Perché capolavoro o no il film può piacere solo a chi è appassionato di Beatles (e li conosce profondamente). In ogni caso, escluso il fatto prettamente conoscitivo, Across the Universe è un film che si fa adorare soprattutto per l’incredibile impatto visivo e per quella spensieratezza narrativa che in qualche modo riesce ad emozionare. Gli attori tutti bravi nessuno escluso, cantano e ballano con una leggerezza sublime. Cammei per Bono (un grande Boh) e Joe Cocker che invece di rifare Little help from my friends ci delizia con una rivisitazione di Come Together in uno dei migliori momenti del film.

di Daniele Pellegrini

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